Il labirinto degli spiriti- Carlos Riuz Zafòn




Buon pomeriggio lettori!
Dopo più di un mese di assenza forzata oggi riesco a battere le mie dita su questa tastiera che mi è mancata. Vi ho ripetuto tantissime volte il motivo dei miei post centellinati in questo periodo, mi annoia un pochino anche ripetervelo, non vorrei essere pesante, ma mi tocca farlo per chi il blog non lo legge abitualmente. Dunque, sono in fase di trasloco, sto aspettando che tutto sia pronto per trasferirmi in una nuova casa, per questo motivo sono senza rete WI-FI, quando riesco a collegarmi lo faccio centellinando i Giga del telefono.
Fatto questo breve riassunto del mio stato attuale da sfollata, oggi vi scrivo perchè è da quando è arrivato che ho il desiderio di condividere con voi l'incipit dell'ultimo libro di Zafòn. Il Labirinto degli spiriti è un bel tomo di più di 800 pagine, con le mie 200 lette si può dire tranquillamente che io sia ancora all'inizio, perciò non mi sbilancio e vi lascio leggere l'incipit in tranquillità!


Quella notte sognai di tornare nel Cimitero dei Libri Dimenticati. Avevo di nuovo dieci anni e mi svegliavo nella mia vecchia stanza avvertendo che la memoria del viso di mia madre mi aveva abbandonato. Nel modo in cui si sanno le cose nei sogni, sapevo che la colpa era mia e soltanto mia perchè non meritavo di ricordarlo e perchè non ero stato capace di renderle giustizia. Dopo un pò entrava mio padre, allarmato dalle mie urla d'angoscia. Mio padre, che nel sogno era ancora giovane e aveva tutte le risposte del mondo, mi abbracciava per consolarmi. Poi, quando le prime luci dipingevano una Barcellona di vapore, uscivamo. Mio padre, per qualche motivo che non riuscivo a comprendere, mi accompagnava soltanto fino al portone. Lì mi lasciava la mano e mi faceva capire che quello era un viaggio che dovevo intraprendere da solo.
Iniziavo a camminare, ma ricordo che mi pesavano i vestiti, le scarpe e perfino la pelle. Ogni passo richiedeva più sforzo del precedente. Arrivando alle Ramblas avvertivo che la città era rimasta sospesa un istante infinito. le persone si erano fermate e apparivano congelate come figure in una vecchia fotografia. Una colomba che si alzava in volo disegnava appena l'abbozzo confuso di un battito d'ali. Granelli di pollone aleggiavano immobili nell'aria come luce in polvere. L'acqua della fontana di Canaletas brillava nel vuoto e sembrava una collana di lacrime di cristallo.


Grazie per essere passati di qui,
spero di ricollegarmi presto, 
abbracci

Commenti

  1. noi ti aspettiamo! riguardo Zafòn la mia voglia di leggere questo libro è visibilmente scemata...ne sai qualcosa per caso? xD baci!

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